Grafica

NEI SEGNI DI MURER...
           LE STELLE CI PARLANO

Segni dello zodiaco
Incisioni colorate a mano, lastra cm 10x19.5 foglio cm 25x35


ARIETE
 
TORO
GEMELLI
Ariete
Toro
Gemelli


CANCRO
LEONE
VERGINE
Cancro
Leone
Vergine


BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
Bilancia
Scorpione
Sagittario


CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
Capricorno
Acquario
Pesci
Testo a cura di RENATO MINORE 

I Segni di Franco Murer realizzati per " 50&PIU' " hanno la solidità del Capricorno pronto a saltare spostando la massa cresposa del suo corpo.Del Cancro con la consistenza del crostaceo e delle sue chele-tenaglie.Della Vergine, corpo maturo e diffuso dentro la leggerezza della veste. Dell'abbraccio in volo dei due robusti Gemelli alla ricerca di un'unità che la cornice-specchio, dove s'agita il primo, complica e incalza.

Sono figure dove il movimento (l'andare verso i sogni e i desideri di chi da questi segni vorrebbe essere "illuminato") sembra bloccarsi nella fissità che appartiene al Simbolo , nella ripetizione che appartiene alla dimensione del Mito.

Dentro il suo cerchio magico isolato come in una bolla Bosch, il Sagittario lancia la sua freccia  e appena sotto la sfera, i raggi di un sole quasi elettrico si spargono sopra i monti di un possibile mondo.Il Toro sembra provocare la sua carica che si scioglie nella forza ancestrale, prodigio di energia, dell'antico graffito rupestre.
I Pesci hanno alle spalle la loro valenza iconografica e si raddoppiano nel fronteggiarsi delle balene sotto la lampada sferzante del sole.

Murer coniuga i segni- i semi- di un'Araldica di stelle e astri, deposito di fantasie, identificazioni, progetti, fughe.Vuole confermare una sua valenza archetipa, che sfugge all'abbraccio del consulto, nel momento in cui si salda la suggestione del sentirsi "dentro" un flusso, determinati dal flusso. E, con la forza tutta esibita ed esposta delle sue figure, sembra riflettere anche sul "perché" di un rito di massa (il consulto astrologico) a cui anche la sua ricerca espressiva ora dedica un tempo di esposizione.Si consulta un calendario astrologico come da bambini si sfoglia il vangelo in certe edizioni popolari, come gli avvocati prendono in mano il codice penale, come gli utenti il codice ferroviario o quello telefonico. Le stelle non sono silenziose,  mute, irraggiungibili.

Non sono il simbolo leopardiano di una distanza incolmabile, un vero e proprio abisso di non conoscenza.Anzi sono ciarliere (fin troppo), curiose intriganti, ognuna sembra fatta a nostra misura. Nell'era dei messaggi indirizzati a milioni di persone, tentano un dialogo personalizzato. E ognuno risponde utilizzando affetti ed acciacchi, ricordi e ansie. Le stelle dell'astrologia di massa sono un universo caldo, affettuoso, intimo, un pò pettegolo, di segno totalmente opposto a quello della moderna astrofisica. Che ci stà abituando a un cosmo vertiginoso, con i suoi buchi neri, la sua antimateria, la sua gelida indifferenza ai casi umani, le incolmabili impensabili distanze che non riusciremo mai a conoscere.

Diffuso, capillare, insistito, il sapere astrologico è un gioco e un rito, un'evasione e un percorso obbligato: così molti si obbligano in certe giornate a fare certe cose e non farne altre, dopo aver tratto lumi dagli oroscopi.
Si potrebbe Bertrand Russel. Da quando l'uomo ha perduto la fede è diventato l'oggetto di tante fedi. Piccole, tenaci, indistruttibili. Nessuna fede unica, totale, può avvolgere il nostro destino. Anche la fede nella scienza trasmette il dubbio della ricerca, di ogni ricerca. Oggi la ricerca scientifica somiglia molto alla condizione di un uomo in una stanza buia. Quest'uomo  deve trovare la porta d'uscita. C'è una complicazione: l'uomo è bendato. Nonostante tutto, lui si muove a tastoni. Cerca di conoscere, nel buio in cui è immerso, il buio che lo circonda. Ma ecco una seconda, decisiva complicazione: in quella stanza buia, dove s'aggira un uomo bendato cercando una  porta, quella porta d'uscita. C'è una complicazione: l'uomo è bendato. Nonostante tutto, lui si muove a tastoni. Cerca di conoscere, nel buio in cui è immerso, il buio che lo circonda. Ma ecco una seconda, decisiva complicazione: in quella stanza buia, dove s'aggira un uomo bendato cercando una  porta, quella porta non c'è. Non c'è mai stata
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